Banche d’investimento e commerciali: differenze e servizi offerti

Le banche d’investimento hanno subito dei radicali mutamenti a seguito della crisi. Ma esistono ancora? Hanno ancora utilità all’interno del panorama economico mondiale ed italiano?

Il termine “banche di investimento”, specialmente in un panorama bancario come quello italiano, è abusato e spesso utilizzato in modo non corretto. Infatti vengono spesso indicate con questi termini quegli istituti di credito che hanno una maggiore propensione agli “investimenti” anche se nel target della clientela rientra quella retail.

Questo genere di banche (un esempio in Italia con queste caratteristiche, nelle fasi di esordio, lo incontriamo con Banca Mediolanum) in realtà rientrerebbe nella definizione di banche “universali” che comunque si distinguono da quelle dette “commerciali” che sono invece orientate ad offrire servizi correnti e che, in particolar modo, effettuano raccolta del risparmio nel breve periodo.

Cosa sono in realtà?

L’assenza di quest’ultimo aspetto è la principale differenza che contraddistingue l’investment banking vero e proprio, ovvero un orientamento all’investimento di lungo periodo (nessuna possibilità di fare raccolta di risparmio di breve periodo tra i piccoli risparmiatori), il che porta inevitabilmente a rivolgersi a istituzioni ed un target di tipo Corporate.

Prima di vedere nello specifico che cosa fanno le banche di investimento, bisogna precisare che in Italia operano in poche con queste caratteristiche (normalmente si parla di divisioni di grandi gruppi bancari, come Bnp Paribas o Deutsche Bank), ma non sono evidentemente “italiane”. La ragione è dovuta al fatto che l’affermarsi di questo tipo di banca è avvenuto in Paesi (soprattutto Stati Uniti) in cui la struttura dell’economia stessa, e il forte legame con la finanza, hanno permesso il loro proliferare.

Con la crisi scoppiata nel 2008 tuttavia il panorama è cambiato, e così anche le condizioni per sopravvivere nel panorama economico. Proprio per questo alcune sono fallite (come la Lehman Brothers) ed altre sono state assorbite (come Merril Linch), e alcune delle più grandi come Goldman Sachs hanno richiesto alle autorità preposte negli Usa l’autorizzazione a fare raccolta anche tra i piccoli risparmiatori, abbracciando l’ancora di salvezza delle banche Universali. Ad oggi quindi sono poche le vere e proprie banche di Investimento in senso stretto, tra le quali spicca la Nomura.

I servizi delle banche “puriste”

Le banche di investimento sono nate con la funzione di fare da intermediario tra quanti proponevano titoli (ad esempio una società quotata, l’emissione di un prestito obbligazionario, ecc) e il lato della domanda di grandi gruppi, banche, istituzioni, ecc. Nel corso del tempo hanno ampliato i servizi (vedi anche Obbligazioni postali), arricchendoli con attività di consulenza, progettualità, garanzie, ecc.

Tuttavia, tolta la funzione principale, i servizi o le attività accessorie vengono svolte in modo molto differente tra una banca e l’altra. Oggi comunque non si parla più in senso stretto di banche di investimento, proprio per l’evoluzione dei servizi proposti (vedi anche Investimenti postali), passando ad altre terminologie, come ad esempio quella di banca di affari.