Diversificazione portafoglio investimenti: come ridurre il rischio aumentando il profitto

L’analisi che proponiamo in questo articolo è un metodo molto semplice per frazionare i propri risparmi in diversi prodotti validi presenti sul mercato. L’investitore tende a concentrarsi su un’unica offerta, per una questione di tempo e comodità, quando è molto più prudente diversificare.

Diversificazione è sinonimo di sicurezza

Prendiamo ad esempio un risparmiatore che ha ricevuto in eredità 100.000 euro ed ha deciso di investirli per comprarsi una nuova casa in futuro. Ipotizziamo che decide di investire l’intero capitale in un unico conto deposito che rende il 3% netto, per 5 anni di vincolo.

Quale è il rischio? Nessuno per quanto riguarda la protezione del capitale, i conti deposito di banche italiane sono protetti dal Fitd. Ma l’interesse che lui ha stimato per il prossimo quinquennio non è altrettanto certo. Anche ammettendo che la banca non fallirà, potrebbe avere bisogno dei soldi prima, magari dopo 3 anni e, a quel punto (come avviene per la maggior parte dei conti deposito), perderà tutto o quasi il tasso del 3%.

Inoltre un eventuale fallimento della banca non è esente da rischi, i tempi e le procedure fallimentari possono essere lunghi e vedersi liquidare i suoi soldi dopo mesi, potrebbe non essere piacevole.

Diversificazione è sinonimo di maggiore guadagno

Se invece il nostro risparmiatore decidesse di frazionare la somma su più prodotti, oltre a ridurre il rischio ripartendolo su più soggetti (banche, assicurazioni, Stato), avrebbe anche la possibilità di guadagnare di più.

Per esempio investendo il 50% del capitale quindi 50.000 euro, per un periodo fino a 10 anni, sui buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione, che oltre ad avere un rendimento certo garantirebbero un aumento proporzionale del tasso in caso di aumento importante di inflazione.

Il restante 50% lo potrebbe ulteriormente ripartire cosi: 20% in una polizza vita gratuita come la Sicuramente di Genertellife, a rendimento annuale variabile con alta componente titoli di stato e obbligazionaria, 20% in un conto deposito vincolato a 12 mesi, il restante 10% in obbligazioni bancarie per tentare di spuntare un tasso più alto. Gli esempi potrebbero essere diversi, chi ha predilezione per i conti deposito può spartire i 100.000 euro fra banche differenti, diversificando fra liberi e vincolati, oppure fra titoli di stato a più scadenze o ancora destinando una piccola parte calcolata in eft o certificates.

In ogni caso l’importante è sempre cercare più opportunità, per avere l’ombrello sempre sopra sul capo nel caso qualcosa possa andare storto da qualche parte, equilibrando nelle giuste percentuali rendimento e rischio.