Qual è il costo reale di un Conto Corrente Online?

Il conto corrente è un servizio bancario e come tale ha dei costi. La scelta della banca presso la quale depositare i propri soldi dipende dunque principalmente da questi fattori: condizioni e spese.

Anche se alcuni tipi di conto si presentano come a zero spese è proprio difficile non sostenerne nessuna nell’arco di tempo in cui si utilizza il servizio, perché prima o poi capiterà di dover far qualcosa che ha dei costi commissionali.

Se provassimo ad analizzare le varie proposte delle banche noteremmo che i costi possono variare anche di molto, questo perché l’offerta è davvero vasta; ci sono pacchetti per ogni esigenza.

Per esempio, nel caso in cui le banche abbiano delle convenzioni con determinate categorie professionali, come dipendenti pubblici o medici, i costi potrebbero essere più bassi ed il tasso creditore più alto. Quindi, prima di aprire un conto bisogna tenerlo presente, magari è possibile usufruire di queste agevolazioni, risparmiando.

Un altro modo per risparmiare sui costi è mediante un conto a pacchetto, molto diffuso, per il quale paghiamo un canone mensile che include un certo numero di operazioni. Questa opzione conviene se sappiamo già che faremo molte operazioni, altrimenti meglio scegliere un conto tradizionale, pagando ogni singola operazione.

Principali costi di un conto corrente online


Quelli sopra mostrati sono solo alcuni dei modi per risparmiare sulle spese, ma andiamo un attimo ad analizzare quali sono i costi comuni di ogni conto corrente online.

Canone periodico. E’ un costo non presente in tutti i conti. Pagando un canone, mensilmente o trimestralmente, potremo svolgere una serie di operazioni senza pagare commissioni sui singoli movimenti, perché incluse nel canone.

Le commissioni. Per effettuare dei movimenti, come bonifici, prelievi, operazioni di borsa, dobbiamo pagare una commissione, fissa o variabile in base all’ammontare del movimento. Il costo di tali operazioni viene chiamato commissione.

Imposta di bollo. Si tratta di una spesa che va pagata mensilmente (2,85 € ), trimestralmente (8,55 € ) o annualmente (34,20 € ). Il Governo Monti ha azzerato l’imposta di bollo per i conti correnti con giacenza media annua inferiore a 5000 euro, mentre rimane 34,20 euro per i conti con giacenza superiore.

Spese per conto titoli. Costo per la tenuta e gestione di un portafoglio di strumenti finanziari.

Costo carte di credito, debito, prepagate. I costi legati alle carte sono il costo annuale di rinnovo ed il costo una tantum per l’emissione.

Costo per massimo scoperto. Può capitare che un conto vada in rosso. In questo caso la banca applica un tasso calcolato in percentuale sull’ammontare, generalmente intorno al 10 %. (Per maggiori informazioni in merito all’argomento fido bancario e sconfinamento vedi conto corrente affidato)

Costi per invio comunicazioni. Se avete un conto corrente dovete cercare di tenerlo sotto controllo, analizzando tutti i movimenti fatti. La banca facilita tutto ciò mediante l’invio di rapporti direttamente al vostro domicilio e tale servizio ha dei costi.

Il processo di ricerca del nostro conto bancario può essere facilitato da uno strumento, un parametro creato dalla Banca d’Italia ed entrato in vigore il 26 maggio 2010, per aiutare i correntisti nel confronto tra le varie offerte proposte dai vari istituti bancari.

Strumento per confrontare più conti online

L’ISC, Indicatore Sintetico di Costo, è in grado di dare una stima dei costi complessivi annui di un conto corrente bancario.

E’ uno strumento sicuramente utile al consumatore, anche quello meno esperto in materia di banche e conti correnti, che potrà dare un giudizio senza troppe complicazioni.

(In questo articolo un approfondimento sui costi del conto corrente per giovani)

Il calcolo dell’ISC tiene in considerazione ogni tipo di costo, fisso o variabile, che incide sul conto corrente. Spese annuali, commissioni, spese per il massimo scoperto. Non vengono considerati gli interessi e gli oneri fiscali.

Il valore ottenuto è qualcosa di indicativo, senza avere la pretesa di dare un’idea definitiva; questo perché i costi variabili rendono impossibile una stima preventiva accurata.
Il calcolo avviene prendendo in considerazione l’utilizzo che il correntista medio fa del conto corrente.

Le banche hanno l’obbligo di inserire l’ISC sia nei documenti di sintesi annuali che nei fogli informativi.

Spese tenuta conto corrente: quello che le banche non dicono

Purtroppo capita che nonostante la cautela, guardando i costi addebitati sugli estratti conto a fine anno, gli esborsi sono stati superiori a quanto preventivato. In quest’ottica le voci di costo da tenere sotto controllo sono:

  • le operazioni extra: superare il numero gratuito di operazioni comprese nel contratto (a meno che queste non siano illimitate) può accadere molto più spesso di quanto non si creda. Infatti ogni riga di estratto conto (per prelievi, accrediti, pagamenti, ecc) viene considerata un’operazione, e con un normale impiego del bancomat il numero finale è quasi sempre a due cifre al termine del trimestre;
  • la Civ, che ha sostituito la commissione di massimo scoperto. Qui bisogna considerare: la soglia oltre alla quale scatta il pagamento; se questo avviene in misura percentuale o fissa (o entrambi); l’intervallo di tempo dopo il quale avviene l’addebito;
  • gli sms: a riguardo la gratuità può interessare un numero predeterminato di ‘messaggi’, dopo il quale scatta il pagamento, oppure si applica solo a certi servizi e specifiche soglie. In tutti i casi si deve fare quasi sempre i conti con il costo di ogni sms applicato dall’operatore telefonico.

Ovviamente queste costituiscono le tre voci più importanti, ma ci possono essere dei costi legati a pacchetti assicurativi non richiesti o situazioni simili.

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