Come scegliere il miglior investimento a basso rischio e breve termine?

Meglio i pronti contro termine, conti deposito (liberi o vincolati), prestiti titoli od i fondi d’investimento? Scopri gli investimenti a basso rischio nel breve termine che garantiscono la remunerazione maggiore.

Le abitudini degli investitori prediligono in misura più consistente quelli a basso rischio, che permettono di sfruttare nell’immediato futuro la liquidità, senza ‘perderne temporaneamente’ il possesso ed il controllo. Spesso però questo obiettivo viene perseguito nel modo sbagliato, ad esempio lasciando i risparmi sul conto corrente, sfruttando così una remunerazione praticamente nulla, e di fatto subendo una perdita del valore reale del proprio denaro a causa dei costi di gestione del conto stesso (compresa l’imposta di bollo che scatta per importi superiori a 5 mila euro) e dell’inflazione.

Quando si decide di effettuare un investimento a breve termine, necessariamente bisogna orientarsi su quelli a basso rischio, concedendosi come orizzonte temporale al massimo 12-18 mesi, ma senza tralasciare alcuni valori importanti per definirne la convenienza reale.

I fattori da valutare nella scelta di un investimento a basso rischio e di breve periodo?

Un investimento a basso rischio deve avere una percentuale molto bassa di perdita del valore nominale del capitale investito. Tra quelli a breve termine, con orizzonti temporali “liberi”, ci sono sicuramente i conti deposito nella forma non vincolata, altrimenti bisogna tener presente anche il fattore tempo.

Ovviamente non bisogna trascurare i costi connessi all’investimento (comprensivi di commissioni di acquisto, o gestione, oltre che spese di tenuta e se prevista l’imposta di bollo), se presente, l’indicazione del benchmark (considerato che questo genere di investimenti hanno tutti una gestione “passiva” per cui puntano al massimo di replicare il benchmark stesso) ed, a seconda del tipo di investimento, anche la duration. Infine, ovviamente c’è il tasso di rendimento, che non è detto che sia sempre “garantito”.

Quale investimento a breve è più conveniente?

La scelta non può essere scissa dal tipo di obiettivi di rendimento che ci si è prefissati, dalle somme che possono essere investite, e dal livello di sicurezza che ci si attende. Alcuni investimenti infatti (come i conti deposito fino ad un certo ammontare) riescono praticamente ad azzerare il rischio, mentre per altri inevitabilmente, una percentuale di rischio permane (basso rischio non significa “rischio zero” ma solo che le percentuali sono basse). Se l’entità del proprio risparmio lo permette, la soluzione migliore dovrebbe sempre puntare ad una attenta diversificazione.

Tipologie di investimenti a breve e con basso rischio

Ci sono differenti possibilità, e le valutazioni nella scelta dovrebbero essere sempre fatte caso per caso:

  • conto deposito: rappresenta la forma più sicura (con la garanzia del Fondo interbancario di tutela depositi fino a 100 mila euro), ed anche la più facile da gestire. Oggi i conti deposito sono a costo zero (specialmente con le banche che si fanno anche carico dell’imposta di bollo). Per la forma libera non sono previsti limiti di importo o temporali, mentre per quelli vincolati vanno valutate anche le varie opzioni, come la possibilità di usufruire gli interessi anticipati e se in caso di disinvestimento anticipato si va incontro a penalizzazioni. La comparazione dei tassi di interesse è molto semplice, anche se va sempre considerato il tasso al netto della tassazione;
  • pct: si tratta di una soluzione più rigida rispetto ai conti deposito ed in più non usufruisce della copertura del Fondo Tutela. La durata dei pronti contro termine parte da 3 mesi (eccezionalmente 2), con tassi che diventano interessanti solo se si investono grandi somme. Spesso è necessario rispettare delle soglie minime molto elevate (alcune banche partono da 20 mila euro). I pct richiedono inoltre il possesso del deposito titoli (ma si è titolari del contratto e non si diventa proprietari degli strumenti finanziari sottostanti), con tutte le spese di gestione e tenuta collegate. Questo rende più complessa la loro valutazione, se non per importi molto elevati;
  • I prestiti titoli: si tratta di una forma di “prestito al contrario” dove il prestatore diventa il possessore dei titoli, mentre il debitore è la banca. Hanno un funzionamento simile ai pct, ma per stipulare il contratto, altamente personalizzabile con la banca, bisogna già essere titolari di titoli. Ovviamente per i costi valgono le stesse considerazioni fatte per i pct;
  • Fondi di investimento: il vantaggio dei fondi è che permettono di investire su strumenti diversificati sia a livello mondiale, che per tipo di strumento (anche se si tratta di obbligazioni in scadenza e titoli di Stato). La durata del fondo varia, ma i cicli vanno da un minimo di 3 mesi, ad un massimo di 12 mesi. Tuttavia investendo in un fondo non si ha la certezza che il capitale nominale non si deteriori in un determinato lasso temporale, e soprattutto non si hanno normalmente rendimenti certi, dato che i risultati dipendono dalle capacità di gestione ed investimento dei gestori del fondo stesso. Per questo tipo di investimento bisogna guardare sia al benchmark che ai risultati degli anni precedenti.