L’Italia è a rischio di un prelievo forzoso sui conti correnti?

Quali i rischi e le conseguenze di un prelievo forzoso sui conti correnti? Mera ipotesi o probabile realtà con cui si dovranno fare i conti nel futuro più o meno prossimo?

Il prelievo forzoso sui conti correnti è una procedura che in passato è stata eseguita da numerosi Governi di differenti Paesi, per sopperire a dei “fabbisogni” di cassa causati da ragioni molto differenti (vedi anche Bail in). Recentemente l’esperienza del prelievo forzoso è tornata anche in Italia alla memoria dei titolari di conti che, già nel lontano 1983, si videro applicare una “patrimoniale” del 6 per mille, che non colpì solo coloro che avevano il conto corrente con saldo negativo.

Cosa è il prelievo forzoso?

Si tratta di una procedura considerata di “emergenza” per cui non c’è l’obbligo, da parte del governo, di dare preavviso (logicamente mai dato onde evitare una fuga o comunque uno spostamento dei capitali).

Il governo quindi ordina alle banche di provvedere allo scorporamento dell’importo previsto dal prelievo forzoso in base alla percentuale fissata per fare “cassa”. Questa percentuale di norma viene stabilita sulla base degli introiti che servono al governo, e non viene definita in modo “approssimativo”, per il semplice fatto che il saldo complessivo presente sui conti correnti degli Italiani è noto allo stato praticamente al centesimo.

Ovviamente non si ha alcuna possibilità di opporsi a questo tipo di provvedimento, dal momento che il prelievo viene effettuato a monte. Anche se questo prelievo è generalmente definito, soprattutto dai mass media, come una patrimoniale (e di fatto lo è), viene indicato dallo stato come “contributo” una tantum.

A volte il prelievo può avvenire solo su somme superiori a certe soglie, mentre in altri casi lo stesso viene effettuato indiscriminatamente su tutti i saldi attivi, presenti su conti correnti, depositi, libretti, ecc.

Probabilità che venga effettuato un prelievo forzoso su conti correnti e non?

Il prelievo forzoso rappresenterebbe una pessima scelta per l’economia italiana che già non brilla di uno stato di salute accettabile. Un’operazione di questo tipo infatti ridurrebbe, a bilancio, la componente del debito, ma peggiorerebbe quella del Pil che ha un impatto, nel rapporto Pil/deficit maggiore rispetto all’altra voce.

Non è però detto che ciò potrebbe scoraggiare il governo dall’attuarlo, data la scarsa lungimiranza dimostrata con i vari altri provvedimenti che hanno portato ad un progressivo aumento del debito e ad un peggioramento del Pil, non trattandosi di operazioni di debit spending, ma di mero contenimento del debito puntando a maggiori entrate attraverso soprattutto l’aumento delle tasse. L’entità del prelievo, se ci sarà, dipenderà dalla somma che il governo ha necessità di mettere a bilancio.