Quotazioni, dividendi ed aspettative: le cose da sapere sulle azioni di Poste Italiane

Investire in borsa presenta sempre un certo rischio anche se ci riferisce ad azioni ‘apparentemente’ sicure come quelle di Poste Italiane. Di seguito i principali aspetti da conoscere per una scelta consapevole.

Il peso della componente psicologica su cui si fonda il meccanismo delle “attese” che condiziona i mercati finanziari, diventa particolarmente evidente quando ci si trova davanti a dei titoli come le azioni di Poste Italiane.

Queste, al loro debutto (con un prezzo di collocamento di 6,75 euro raggiunto nuovamente a Maggio del 2016), avevano conquistato un vasto pubblico di risparmiatori che hanno investito proprio sul titolo con delle aspettative sulle quotazioni (facilmente individuabili sull’apposita pagina del sole 24 ore o Milano Finanza) e sul dividendo che non si sono concretizzate.

Infatti all’interno delle varie alternative presenti nella Borsa Italiana, ci si attendeva che si presentassero poco volatili ed invece, nella realtà dei fatti, sono bastati meno di sei mesi per rendersi conto che la situazione è ben diversa.

Che cosa aspettarsi?

Come appena detto quando ci si trova davanti a una società emittente solida (il che presumibilmente vale per le Poste Italiane vista la proprietà del Ministero delle Finanze) ci si attendono: elevati dividendi e un trend senza troppi scossoni, con delle interessanti percentuali di apprezzamento. Così non è stato per le azioni di Poste Italiane, anche se non si può parlare di risultati inattesi visto l’intimo legame con la Cassa depositi e Prestiti, e l’esposizione che questa ha per una situazione bancaria con grandi difficoltà (che non riguarda solamente le banche di piccole dimensioni).

Infatti lo spettro del Bail In, e il numero crescente di banche che ha mostrato segnali evidenti di difficoltà, hanno portato rapidamente le quotazioni a deprimersi. Condizioni che permarranno anche nel futuro, dal momento che si tratta di problematiche che non sono di immediata soluzione (vedi anche Elenco banche a rischio).

Di contro sui dividendi annunciati per il 2016, le attese dovrebbero essere rispettate (anche in funzione del risultato nel primo trimestre), ma ovviamente si parla al momento di stime che si trovano davanti ad un anno che non si apre su degli scenari consumati e del tutto chiari.

Conclusioni

Chi investe in azioni (e lo fa in modo consapevole) sa che specialmente davanti a dei titoli nuovi, che non hanno un lungo ‘storico’, basarsi sulle “previsioni” è davvero poco probatorio. Per cui trarre delle valutazioni e delle conclusioni valide è decisamente prematuro oltre che rischioso.