Pos con o senza commissioni bancarie: come scegliere?

Le soluzioni relative ai Pos proposte da banche e società specializzate sono ormai numerosissime. Come scegliere? E’ preferibile un pos con o senza commissioni? Quali sono i principali aspetti da valutare?

Oggi, nonostante i progressi della tecnologia anche sul fronte dei pagamenti, ci sono ancora esercenti che non accettano pagamenti con carte bancomat o di credito. Questi venditori sono generalmente scoraggiati dalla presenza dei costi e delle commissioni da sostenere sull’uso del pos. Tuttavia bisogna distinguere tra i vari costi, tenuto conto che in realtà sono almeno 3 le voci di spesa che bisognerebbe valutare prima di fare un contratto o acquistare un pos senza commissioni fisse.

Guida articolo

Axerve
Sumup
Jusp
Pos Bancoposta
Pos Intesa Sanpaolo

Quali costi vanno considerati?

Nel caso si sia scelto di indirizzare la propria ricerca verso un pos anche senza commissioni, bisogna considerare da una parte i vari costi collegati alla tenuta, installazione e eventuale utilizzo del pos, e dall’altra il tipo di attività, l’entità delle somme che i clienti pagherebbero con carta di pagamento e la frequenza con la quale ciò potrebbe accadere. Detto questo focalizziamo l’attenzione sui seguenti 3 ‘costi’:

  • Costi di installazione: l’esborso è solitamente una tantum e comprende generalmente il prezzo del dispositivo Pos. Anzi per quelli di tipo mobile il costo è legato proprio all’acquisto del pos mentre a volte non c’è la spesa per il tecnico che interviene soprattutto per l’installazione dei terminali di tipo tradizionale;
  • Canone mensile: sia che il pos venga usato o che rimanga chiuso in un cassetto, l’esercente potrà essere soggetto al pagamento di una quota fissa al mese per l’affitto del point of sales e altre spese dovute al comodato d’uso. Anche in questo caso un pos che viene acquistato difficilmente prevede questa spesa, a meno che si usi una formula di calcolo delle commissioni forfettarie al posto di quelle variabili bancarie (generalmente diversificate a seconda di pagamenti con carte di debito o di credito e in funzione dei diversi circuiti);
  • Costi per transazione che si possono suddividere in fissi o variabili.

I primi sono generalmente applicati direttamente dalle banche eroganti il servizio e possono variare da pochi centesimi ad alcuni euro in funzione della tipologia di carta con cui si effettua la transazione (bancomat, carte di credito, ecc). Le commissioni variabili dipendono invece:

  • dall’importo transato;
  • dal circuito della card;
  • dalla categoria a cui è diretta (clientela retail o business).

(Fonte sito ufficiale Axerve – Data: 10 ottobre 2018)

Secondo quanto detto fino ad ora si deve quindi fare una prima scelta sul tipo di pos che si vuole, tra mobile e tradizionale, poi decidere se si vuole richiedere il pos alla banca con la quale si ha un conto corrente, ed ancora vedere se è più conveniente (sempre che sia offerta la possibilità) acquistare il dispositivo oppure prenderlo in comodato d’uso.

N.B. Non esiste una scelta ottimale! Come detto le considerazioni vanno fatte in funzione del volume di affari, del tipo di attività e di altre osservazioni di carattere personale.

Esempi di Pos extra conto corrente

Axerve

Tradizionalmente tra le banche attive nell’offrire soluzioni Pos anche a chi non è correntista troviamo Banca Sella. Tra le offerte recenti troviamo quella veicolata tramite la società controllata Axerve, che propone varie soluzioni, con pacchetti diversificati. Non si tratta di un pos senza commissioni in senso assoluto, ma il contratto prevede un pacchetto con un costo di canone mensile fisso che solleva dal subire brutte sorprese.

L’offerta è organizzata in modo differente a seconda che il richiedente rientri nella categoria del libero professionista, piccole strutture come Bed e Breakfast oppure aziende o esercenti con un maggiore giro di affari. Per quanto riguarda la soluzione senza commissioni denominata Easy sono presenti due possibili scelte:

  • canone mensile di 15 euro più iva per fatturati fino a 10 mila euro annui;
  • 20 euro più iva tra 10 mila e 30 mila euro.

Superata la soglia si passa a un’offerta differente personalizzata. Il pos, che sfrutta tecnologia GPRS, non prevede costi di installazione.

(Fonte sito ufficiale Axerve – Data: 10 ottobre 2018)

Sumup

Questa azienda prevede la vendita dei propri Pos. Per coloro che sono alla ricerca di una soluzione molto light c’è la versione Air, che in promozione viene venduta a 19 euro anziché 39 euro. Il lettore va collegato allo smartphone che tramite app permette di gestire i pagamenti. Parliamo quindi di una soluzione che si adatta anche a chi non ha una rete fissa, chi fa vendite ambulanti o a domicilio.

Per le transazioni viene applicata una commissione unica per tutte le carte pari a 1,95% ma non ci sono costi fissi mensili.

(Fonte sito ufficiale Sumup – Data: 10 ottobre 2018)

Jusp

Jusp non richiede una linea telefonica fissa e permette di trasformare lo smartphone in pos.

Propone tre profili:

  • Europe Pro: costo fisso mensile di 9,9 euro più Iva e la commissione sulle transazioni ridotta a 0,99%;
  • Europe Light: commissioni per carte di debito a 1,5% e per carte di credito a 1,95% ma senza costi fissi mensili;
  • Jusp for Italy: permette di ricevere solo pagamenti con bancomat. Non prevede costi mensili fissi ma applica solo commissione sulle transazioni di 1,5%.

(Fonte sito ufficiale Jusp – Data: 10 ottobre 2018)

Pos: Approfondimenti

Pos senza commissioni
Mobile Pos
iZettle
SumUp
Pos economico
Axerve
Pos obbligatorio
Jusp
Pos portatile
Pos lavoratore autonomo
My Pos

Conclusioni

Tutte queste soluzioni sono adattabili a chiunque abbia un conto con Iban (anche un portafoglio o wallet elettronico), senza dover aprire un apposito conto corrente, o comunque indipendentemente dal rapporto che si ha con una specifica banca.

Esempi banche e Poste

Pos bancoposta

Bancoposta propone la soluzione Tandem, con differenti scelte che andrebbero fatte anche in funzione del tipo di servizio che si cerca. E’ disponibile anche una versione pos mobile che non presenta un costo fisso ma il costo di vendita del pos (di 79 euro) e le commissioni di transazione dell’1,95%. Per quello tradizionale i costi di canone mensile sono variabili, mentre le commissioni di transazione vanno dal 2,8% per i postamat fino al 4,5% per le carte internazionali.

(Fonte sito ufficiale Poste Italiane – Data: 10 ottobre 2018)

Approfondimenti: Conto corrente Bancoposta.

Intesa Sanpaolo

La banca torinese propone diverse soluzioni, che comprendono anche il pos virtuale e quello senza fili, oltre a quello tradizionale. I costi del canone mensile partono da 40 euro più iva, fatta eccezione delle due versioni light che rientrano nei pos virtuali e cioè:

  • POS Move and Pay Business al costo di 15 euro;
  • POS MonetaWEB al costo di 24,53.

E’ possibile attivare i contratti stagionali con una maggiorazione del 50%. Inoltre si applicano le commissioni di transazione che sono 2,5% per le carte di debito e 2,6% per quelle di credito, con un fisso minimo di 50 centesimi.

(Fonte sito ufficiale Intesa Sanpaolo – Data: 10 ottobre 2018)

Conclusioni

Ovviamente con le banche l’aspetto della consulenza per trovare la soluzione più adatta diventa fondamentale. Conviene perciò rivolgersi direttamente in filiale potendo in molti casi ottenere anche delle condizioni personalizzate in funzione del volume di incassi fatti con le carte.

Approfondimento: Guida ai pagamenti digitali.