Quanto costa un conto titoli? Consigli ed esempi

Come funziona il servizio di conto titoli e quali sono i costi reali di gestione? Ecco la guida alla scelta del miglior conto titoli del 2015.

La titolarità di un conto titoli è un requisito fondamentale ed obbligatorio per poter fare trading su titoli di Stato, azioni, obbligazioni, pct o derivati, ma è anche uno degli elementi fondamentali che possono fare la differenza sui rendimenti netti che i risparmiatori possono ottenere facendo trading.

Esistono essenzialmente due tipologie di conto titoli: quello che è collegato automaticamente all’apertura di un conto corrente con home banking, oppure quello che deve essere “acquistato” ed attivato in un secondo momento, o quando si dovesse decidere di fare delle operazioni di trading.

Le principali differenze tra queste due possibilità sono riconducibili normalmente al fatto che, nel primo caso il conto titoli è gratuito, e lo rimane fino a quando non dovesse essere usato, mentre nel secondo si ha un costo di “apertura”, ed anche in caso di mancato uso si pagano almeno imposta di bollo e diritti di custodia (vedi anche Miglior conto corrente con deposito titoli).

Costi e commissioni: la scelta del conto più “economico”

Esistono tre tipologie di costi, di cui bisogna tener conto, nel momento di scegliere il conto titoli:

  • l’imposta di bollo, che è progressiva, obbligatoria e, solo in seno a delle promozioni, la banca sceglie di farsene carico;
  • i diritti di custodia, che sono di importo fisso e dipendono dal tipo di titoli acquistati e custoditi sul proprio conto, ed anche dalla loro provenienza (italiani o esteri/esotici);
  • le commissioni percentuali o a forfait (vedi Commissioni trading online) che devono essere pagate per le varie operazioni di trading (normalmente sono calcolate in percentuale con un minimo e massimo fisso, oppure per pacchetti fissi sulla base dei valori investiti o per numero di operazioni).

A questi costi diretti sul conto titoli vanno aggiunti quelli della tenuta del conto corrente se previsti ed eventualmente quelli per poter usare il servizio di home banking.

Tipologia di investimenti, e tipi di conto titoli

Se si desidera investire in Titoli di Stato, principali azioni (come Telecom Italia, Enel, Eni, ecc), o principali obbligazioni, basta confrontare i costi applicati per le varie operazioni di investimento, avendo di fronte una scelta pressoché sconfinata.

Se invece si rientra nella categoria degli investitori più sofisticati e si vuole investire anche su Futures, Etf, Warrant, Opzioni, ecc, allora la cerchia delle banche che li propone si stringe, anche se rimane comunque abbastanza ampia.

Infine per i titoli Otc ci sono poche banche che ne contemplano il trading. Da qui diventa evidente che la scelta del miglior conto titoli deve tener presente l’aspetto economico, ma non può prescindere dal tipo di trading che si vuole effettuare.

A questo, per i risparmiatori meno esperti, si aggiunge anche il ruolo della possibile consulenza offerta dalla banca, mentre per i più esperti bisogna considerare le possibilità di personalizzazione, tutti aspetti che determinano la qualità della piattaforma di trading insieme alla presenza di strumenti di analisi, valutazione, simulazione e al supporto informativo offerto.

Esempi di conto trading

Plus500

  • Chebanca non prevede costi fissi, di apertura, chiusura o gestione del conto titoli (vedi Conto Yellow). Come commissioni per il trading si va dallo 0,05% per i bot, fino allo 0,3% per quelli over 331 giorni. Le commissioni per azioni, obbligazioni, ecc sono 0,18% con un minimo di 3 euro;
  • Unicredit ha un conto titoli con diritti di custodia che vanno dai 20 ai 126 euro annuali, commissioni sui Bot da 0,03% a 0,15% in asta (altrimenti da 0,35%), e da 0,21% per Etf o derivati con trading online italiani (0,50% quelli esteri);
  • Fineco (vedi Conto trading Fineco), applica commissioni fisse sull’eseguito a partire da 2,95 euro per i principali titoli italiani;
  • Poste Italiane (vedi Conto trading Bancoposta), permette di agganciare il conto titoli sia a conto corrente bancoposta (con diritti di custodia pari a 20 euro annuali per i titoli di stato oppure 30 euro), che su libretto postale (da 20 a 41 euro circa annuali).