Previsioni sull’andamento nel breve e lungo termine delle azioni Intesa Sanpaolo

Le azioni di Intesa SanPaolo rappresentano ancora un buon investimento? Quali sono i possibili scenari nel breve e nel lungo periodo?

Il gruppo Bancario Intesa SanPaolo è nato dalla fusione del gruppo Intesa e San Paolo Imi, che le ha permesso di raggiungere una posizione di leadership in Italia. Gli ambiti in cui opera vanno dalla clientela retail all’investment banking e corporate fino al wealth management.

Intesa SanPaolo: andamento azioni 2016

Per quanto riguarda le azioni Intesa (che a Maggio hanno distribuito il dividendo con un dividend yield del 4,5%), i primi sei mesi del 2016 sono stati complicati, con un trend quasi costantemente al ribasso. Come quotazione, rientrano nelle blue chips, all’interno del market MTA della Borsa di Milano (Ftse It All Share e Mib).

Superato il semestre nero del 2016, si è tornati ad apprezzare un trend in positivo, ed infatti gli esperti hanno attribuito a questa azione un outlook stabile. Ovviamente si tratta di azioni che possono essere interessanti in un’ottica non di breve periodo, mentre le posizioni sono quasi tutte orientate verso il ribasso per il breve periodo (fatta eccezioni di fasi come quelle attuali in cui c’è un buon margine di possibilità di speculare sul titolo in virtù di un atteggiamento incerto, con elevata volatilità).

Il bilancio del 2015 ha chiuso mostrando segnali comunque positivi, con un aumento della clientela, del margine dell’utile del patrimonio netto e della massa amministrata.

Investimento sicuro si o no?

Generalmente le azioni di Intesa SanPaolo sono considerati dei buoni titoli in un’ottica di diversificazione del portafoglio, con un dividendo “costante” anche se si perde un poco sul piano del rendimento legato direttamente all’apprezzamento del titolo stesso.

Di contro si è di fronte ad una grande banca dotata di un buon livello di solidità, come emerge dal Cet1 degli ultimi anni, aspetto che non è sfuggito nemmeno ai giudici chiamati ad assegnare il premio Euromoney Awards dove ha ottenuto il primo posto come Best Bank.

Complessivamente sembra aver dato i suoi frutti il nuovo piano industriale, approvato per il periodo 2014-2017, che non ha puntato tanto sulla riorganizzazione della struttura (di fatto non c’è stato un palpabile ridimensionamento come invece è accaduto per altre grandi banche che avevano spinto eccessivamente verso la crescita strutturale), quanto sulla valorizzazione di nuovi modelli via via adottati.